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L’Italia è in lutto, permanente. Il suolo patrio si tinge di rosso, non per la passione o la cultura, – dichiara Fabio Beltempo, segretario provinciale UTL UGL di Padova – ma per una tragedia che sta colpendo duramente il tessuto sociale ed economico del nostro Paese: le crescenti morti sul lavoro.

È un tema che non può più essere ignorato, una piaga che continua a crescere di anno in anno. Le statistiche sono spietate e spaventose: secondo dati recenti, nel 2022, il numero di morti sul lavoro è aumentato del 5,3% rispetto all’anno precedente. Dietro a questi numeri ci sono storie di vita spezzate, famiglie distrutte e comunità che piangono. Da gennaio a giugno 2023 – prosegue Fabio Beltempo dell’UGL UTL di Padova – sono 450 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 346 in occasione di lavoro (+1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022) e 104 in itinere. Ieri in una cantina trevigiano un enologo è morto per tentare di salvare un collega svenuto.

La questione delle morti sul lavoro in Italia è un campanello d’allarme che dovrebbe suonare forte nelle orecchie di chiunque si preoccupi per il bene del nostro Paese. Ma cosa sta causando questa tragica tendenza? La realtà delle morti sul lavoro in Italia è ancora più drammatica se consideriamo che gran parte di questi incidenti potrebbe essere prevenuta. Le cause sono varie – aggiunge Beltempo – e spaziano dalla mancanza di formazione adeguata, alla carenza di dispositivi di sicurezza, alla precarietà lavorativa. Molte delle vittime sono giovani, spesso costrette a lavorare in condizioni pericolose a causa della loro vulnerabilità. Purtroppo, per onore di cronaca, talvolta lo stesso lavoratore prende sotto gamba l’adozione di alcuni dispositivi di sicurezza o il rispetto di taluni protocolli e mette a rischio la propria incolumità e quella dei colleghi.

È evidente che occorre un intervento immediato da parte delle istituzioni, delle aziende e di ogni cittadino consapevole. Le normative sulla sicurezza sul lavoro devono essere rafforzate e applicate in modo rigoroso. L’ispezione e il controllo devono diventare una priorità per garantire che gli standard di sicurezza siano rispettati ovunque.

Le aziende devono investire nella formazione dei propri dipendenti – puntualizza Beltempo – e assicurarsi che siano forniti dei mezzi necessari per svolgere il proprio lavoro in modo sicuro. La cultura della sicurezza deve diventare parte integrante della cultura aziendale, non una semplice casella da spuntare per conformarsi alle leggi.

Ma la lotta alle morti sul lavoro non è una questione che riguarda solo le aziende e le istituzioni. È una questione che riguarda tutti noi. Dobbiamo essere solidali con le vittime e le loro famiglie. Dobbiamo far sentire la nostra voce e mettere pressione sulle autorità – incalza il segretario provinciale Beltempo – affinché agiscano con decisione per proteggere i lavoratori. Dobbiamo unirci come cittadini, come comunità, come nazione, per dire che è abbastanza, sebbene un solo caduto sul lavoro sia troppo.

Non possiamo più permetterci di essere indifferenti di fronte a questa emergenza. Il nostro Paese è in lutto, ma insieme possiamo lavorare per un futuro in cui il lavoro non uccida più. –conclude Beltempo –  La domanda è: siamo pronti ad accettare la sfida? La sicurezza diventi materia scolastica.