Le somme trattenute in busta paga ed accantonate per la liquidazione di TUTTI coloro che sono stati assunti antecedentemente alla trasformazione del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, poi Ente Pubblico Economico (già Amministrazione dello Stato), a S.p.A., avvenuta il 28/02/1998, vengono erogate senza interessi e rivalutazione monetaria.
Infatti, da questa data viene a mutare il rapporto di lavoro, passando da “pubblico” a “privato”, senza soluzione di continuità. Pertanto al termine del rapporto di lavoro, espletato in regime privatistico, viene erogato il TFR maturato dal 28/02/1998.
La Buonuscita, spettante invece per il periodo antecedente, quello cioè “pubblico” – dalla data di assunzione di ciascun dipendente e sino a quella del 28/02/1998 – è stata “ Congelata ”; e viene erogata anch’essa al termine del rapporto di lavoro con Poste Spa senza alcuna forma di riconoscimento di rivalutazione monetaria o interesse. Tra chi è transitato dal regime di diritto “pubblico” a quello “privato”, quella dei postali è l’unica categoria cui non è stato riconosciuto il diritto alla rivalutazione.
Ad esempio, la Buonuscita dei ferrovieri, è stata regolarmente “travasata” nel loro nuovo TFR.
Il contenzioso giudiziario ha portato ad un esito a noi avverso, con 3 sentenze della Cassazione e 2 pronunciamenti della Corte Costituzionale che, in pratica, sanciscono che “va bene così”.
Ma l’ingiustizia subita dai postali è evidente ed innegabile.
Infatti è chiaro a chiunque che un importo calcolato al 28 febbraio 1998 non ha lo stesso valore tanti anni dopo e più passa il tempo, minore è il potere della somma accantonata come Buonuscita. In ogni legislatura sono state presentate interrogazioni parlamentari, che chiedono conto di questa anomalia, e presentati emendamenti alle Leggi di Bilancio, ma purtroppo senza risposta alcuna.
Il legislatore italiano ha sempre salvaguardato il potere d’acquisto dell’intero trattamento retributivo differito, connesso all’anzianità, di tutti i lavoratori interessati dalle riforme. “ECCETTO CHE PER I LAVORATORI POSTALI”.
Se per il periodo “pubblico” i lavoratori postali sono stati parificati ai dipendenti pubblici nei tempi di erogazione del TFS, perché questo non vale anche per la sua rivalutazione?
In tutti questi anni come Comitato per la rivalutazione della Buonuscita dei Postali (costituito da diversi dipendenti per tutelare gli interessi di chi ha lavorato o ancora lavora in posta) abbiamo parlato o tentato di colloquiare con diversi politici ed esponenti dei governi precedenti e di quello attuale ma con esiti molto deludenti.
Infine, 270 di noi hanno promosso un’azione legale, chiedendo un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea per violazione della Direttiva 77/187/CEE. L’ultima udienza era prevista per il 29/11/2022, ma guarda caso è stata rinviata a settembre del 2023.
Basterebbe che il nuovo Governo non si opponesse in giudizio nelle UDIENZE, accettando che nel merito si esprima la Corte di Giustizia Europea. Non ci sarebbero costi immediati e rimanderebbe ogni scelta a tempi meno immediati e con una visione giuridica più ampia.
Fonte:
Segr. Sind. F.N.C. UGL Com
Borgia Giovanni