E’ noto a tutti ormai che fra gli esiti delle elezioni amministrative di Giugno 2022, quello più evidente, al di là dei risultati politici e del voto espresso ai singoli Partiti e Sindaci, sia stato quello della diserzione di massa ai seggi.
Il fenomeno dell’Astensionismo è emerso negli ultimi anni anche in Italia , mentre in altri Paesi Europei e negli U.S.A. Il fenomeno è presente ormai da qualche anno.
Quel che sorprende, nel dato da ultimo registrato alle Amministrative, è che l’astensione, che in tali occasioni era stata sempre inferiore rispetto alle Elezioni Politiche, sia stata invece ugualmente molto alta.
Strano, visto che proprio per l’interesse alla propria comunità locale che di solito coinvolge di più i cittadini , anche in termini di partecipazione attiva alla vita sociale dei territori di appartenenza, a volte anche con significative presenze nelle candidature delle varie Liste, avrebbe dovuto essere alta.
Un altro dato che ha sorpreso è che l’astensione ora interessa, oltre che il Sud e le Isole, anche il Nord, ed in particolare il Nord- Est, dato mai registrato finora, da sempre culla della partecipazione alle decisioni della vita democratica delle varie Comunità Locali.
Infatti, il 12 Giugno, solo il 50% degli elettori si è recato al voto.
E non basta a giustificare questa notevole disaffezione al voto il fatto che il periodo si presta, per molti Italiani, da sempre, a recarsi in villeggiatura o a trascorrere qualche breve Week End al mare.
E’ evidente infatti, che a differenza di altre occasioni, in cui pure si è votato a Giugno, questa volta gli Italiani hanno dimostrato, con nettezza, che la Politica li appassiona sempre meno, arrivando persino a pensare che sia del tutto indifferente che vinca un Sindaco piuttosto che un altro.
Quel che emerge è quindi il fenomeno che si può chiamare della “delega in bianco” a coloro che invece imperterriti, e forse maggiormente informati sulle vicende locali, ritengono sia utile partecipare e scegliere.
Da qui però scaturisce un problema ancora più grave, quello che riguarda, la fascia di età dei più giovani.
Infatti se le prime analisi dei dati elettorali, apparsi in questi giorni in alcuni giornali e riviste di settore sono affidabili, come è facile credere, emergerebbe un quadro a dir poco allarmante in termini sociali, oltre che politici.
Il dato più crudo è infatti rappresentato dalla assenza al voto, soprattutto dei cosiddetti “millennium”, cioè dei giovani under 25.
Ciò sposterebbe in avanti l’asticella su cui è posta la classe demografica di età che si disinteressa del voto, e dunque della Politica e dunque della partecipazione alla vita democratica del Paese.
Passare infatti dagli Over 34 fino ai 50 anni di età, in cui prima di questa tornata elettorale si concentrava l’astensione al voto, alla fascia under 34 ed ancor di più in quella 18-25, è un segnale che davvero dovrebbe preoccupare innanzitutto le Istituzioni e poi, via via, tutti “le agenzie educative”.
Preoccupazione per il segnale di allarme che questo dato vuol significare. Infatti, se così fosse, si è in presenza di un fenomeno “apartecipativo” che potrebbe snaturare e falsare i prossimi risultai elettorali, alle prossime consultazioni Politiche e/o Regionali.
I motivi per la disaffezione al voto potrebbero essere molteplici naturalmente.
Peraltro alcune analisi, anche di recente, sono state realizzate, e, ad esempio, su Studenti.it o su “ la Voce Informa”, o sul Sole 24 ore, era già emerso il problema, risultando che i giovani non hanno più fiducia nella Politica sostanzialmente per 3 motivi:
 le mancate promesse della classe Politica,
 la considerazione della stessa come “una cosa sporca”.
 Precarietà delle loro condizioni di vita e di un futuro lavorativo.
Ora, se tutto ciò è plausibile, vanno dunque, da parte delle Istituzioni, della Famiglia, della Scuola, Università, Enti Formativi e persino delle Agenzie educative Religiose, trovate, subito risolutive risposte.
In particolare vanno individuate tempestivamente delle soluzioni per la fascia di età che sembra più a rischio.
E’ dunque verso i cosiddetti Neet, cioè coloro che non studiano e non lavorano, e neppure lo cercano più un lavoro, che vanno da subito poste in essere iniziative politiche per riavvicinarli alla vita sociale, economica e politica del Paese. Sarebbe un Paese alquanto monco e deficitario quello in cui tale nevralgica fascia giovanile fosse abbandonata al proprio destino.
L’Italia, che è già un Paese a più alto numero di anziani, rischia di perdere le migliori energie del Paese, la loro freschezza di idee, la loro voglia di vivere, la loro creatività innata.
E’ fondamentale dunque immaginare delle “ nuove politiche giovanili “che dedichino risorse economiche e soluzioni ai temi che da tempo loro stessi ci pongono.
Da tempo infatti è noto che essi lamentino un mancato o errato orientamento nelle scelte educative e della propria carriera scolastica, determinandone spesso non solo l’insuccesso formativo, ma anche frustrazione ed apatia.
Così come denunciano, inascoltati, la precarietà a cui vanno incontro quando, seppure timidamente si affacciano al mondo del lavoro.
E’ dato di questi giorni, ( dato fornito dall’Ente Veneto Lavoro) l’enorme percentuale di “dimissioni” dal lavoro, soprattutto da parte dei giovani.
Ed allora, il Governo, insieme alle parti datoriali e sociali hanno l’obbligo di modificare, se occorre anche le Leggi che finora alimentano la precarietà e l’insoddisfazione economica.
Continuare ad offrire Tirocini e Stage a 450 euro al mese , peraltro abusati in termini di sfruttamento del lavoro giovanile, è il primo obiettivo che dovremmo porci. Stabilire contratti di “durata”, dopo un adeguato periodo di formazione, potrebbe essere l’inizio di un percorso, ove lo Stato si faccia carico degli oneri contributivi che toccherebbero alle Aziende. Stabilire l’applicazione, anche per loro, dei CCNNLL, e non salari da fame o paghe orarie di 5 euro è il secondo passo da compiere.
Naturalmente ciò non è sufficiente, né potrà essere realizzato subito, visto la contingenza economica che stiamo vivendo ( guerra- inflazione- caro bollette, etc.).
Alcune iniziative possono invece essere assunte sin da ora. Per questo, l’UGL, avendo a cuore il destino dei nostri giovani, intende realizzare nel Paese, e nel territorio Veneto, in via sperimentale, una serie di “Sportello Giovani”, mettendo a disposizione Psicologi ed Esperti del mondo del lavoro che saranno presenti periodicamente, per offrire soluzioni di “Orientamento Formativo” e di “Occasioni Lavorative” , utilizzando anche le proprie “banche dati” ed il proprio “Osservatorio sulle dinamiche del Lavoro”.
Inoltre darà vita nei prossimi mesi, a Padova, inizialmente, ad una Associazione Intergenerazionale di Volontariato che si occuperà di fornire aiuto agli Anziani in difficoltà , anche economiche oltre che di autosufficienza motoria, in collaborazione con le grosse reti di distribuzione alimentare ( Eurospar, Alì, Lando, Conad, Lidl) anche al fine di connettere attivamente i giovani con i più anziani, che attraverso la loro esperienza di vita e nel mondo produttivo, potranno interfacciarsi per favorire un proficuo scambio intergenerazionale, abbattendo muri, steccati e separatezze che finora hanno prodotto solo esiti negativi e spreco di energie e risorse preziose per la crescita del Paese.
Ciò nel tentativo di offrire maggiori spazi pubblici di confronto in un dualismo fondato da un lato da una sorta di “ Agorà Intellettuale” che potrà svilupparsi anche via web, con un apposito sito messo a disposizione dei giovani e dall’altro offrendo luoghi veri di iniziative che alimentino il protagonismo attivo e concreto dei giovani attraverso veri e propri “sportelli sociali del fare”.
le parole ai giovani ormai non servono più, per questo l’UGL, in attesa di far realizzare, anche con le battaglie dei propri Dirigenti Sindacali, la Riforma del lavoro, in particolare giovanile, intende offrire i propri spazi per dare concrete ed elementari risposte alle “grida silenti” che da più tempo ormai ci inviano.
Fabio Beltempo
Segretario Provinciale UGL
Sebastiano Arcoraci
Vice Segretario
Provinciale UGL Padova