di Beltempo Fabio, Segretario Ugl Padova

Sempre la Costituzione agli art. 3-32 e 41 promuove le condizioni di sicurezza in cui il lavoro si svolge.

Che dire? Anni e anni di leggi e misure che evidentemente non rendono ancora oggi sicuro lavorare.

Infatti, proprio lunedì 30 agosto, in tre Comuni del Padovano: Santa Giustina in Colle, Cadoneghe e Selvazzano, sono accaduti tre eventi gravi; uno dei quali ha visto perdere la vita all’operaio Caterino Barizza, vittima di un malore durante il lavoro, mentre per A.L. a Cadoneghe e C.A. a Selvazzano si tratta comunque di incidenti gravi.

Eppure da tempo, da parte Sindacale, si denuncia questa allarmante situazione, in particolare dall’ UGL, evidentemente senza risultati concreti visto che i dati sono addirittura in aumento.

L’UGL, in tal senso, col suo Segretario Generale Paolo Capone, negli ultimi anni sta conducendo una battaglia senza pari, significativa in tal senso la Manifestazione a Roma in occasione del Primo Maggio del 2018, dedicato per l’occasione alle “morti bianche” ovvero ai caduti sul lavoro, con 1029 sagome bianche installate in piazza San Silvestro, a rappresentare il dolore per un dramma che continuiamo a vivere tutti i giorni.

Gli incidenti recenti nel padovano, hanno allungato questa classifica nera, che nel 2020 ha registrato 1270 morti sul lavoro (181 in più del 2019), mentre fino a tutto luglio 2021 sono già 677 i morti (8,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020).

In Veneto nel 2020 i morti sono stati 69, mentre da inizio anno 2021, solo nel primo semestre sono già 40 (+ 14,3%), con la maglia nera di Verona mentre Padova è tristemente in terza posizione.

Ora però è il tempo di dire basta, è giunta l’ora di aprire un tavolo tecnico dal Prefetto, a Padova, in cui le forze datoriali e sindacali lavorino congiuntamente per porre le basi di alcune linee guida di comportamento e misure di sicurezza, per arginare questo tristissimo fenomeno.

Come UGL chiediamo che si investano maggiori risorse nel settore della sicurezza, si assumano più tecnici che effettuino, per legge ed in nome dello Stato, i controlli preventivi nei luoghi di lavoro, in primis allo Spisal; l’Inail dal canto suo non può limitarsi al mero ruolo di Notaio, in questa difficile campagna, contro gli infortuni sul lavoro.

Occorre in primis una visione nuova del lavoro ove lo stesso non sia caratterizzato dai tempi forsennati a cui i lavoratori oggi sono sottoposti, apprendiamo infatti di situazioni aziendali in cui i lavoratori non riescano neppure ad espletare i più elementari bisogni corporali.

Bisognerà dunque aumentare le pause di lavoro e le ore di aggiornamento/formazione per tutti i lavoratori, sui presidi necessari per la sicurezza sul lavoro in ogni azienda, a cominciare da quelle a più forte rischio, situate spesso in zone omogenee artigianali ed industriali del nostro territorio, ma insufficientemente dotate di strutture, dotazioni, mezzi e oltre che di presidi di Primo Soccorso.

Casualmente, dagli organi di stampa si apprende oggi, che nell’azienda di Selvazzano, già l’ anno scorso vi era stato un incidente mortale ove perse la vita un autista .

La domanda che ci poniamo è: da allora quali misure sono state adottate per migliorare gli standard di sicurezza in quella stessa Azienda?

Così come dovrà porsi il tema della giungla dei sub appalti o dei corrieri (anche Amazon o SDA o Bertolini), le cui maestranze sono sottoposte a ritmi di consegna e di percorrenza ai limiti della sopravvivenza umana.

Come UGL riteniamo sia già tardi, ma si può ancora e si deve invertire la rotta si può.

Il Prefetto si adoperi con estrema urgenza per convocare le Parti Sociali, per contrastare e debellare un fenomeno, che ormai sta coinvolgendo non solo aspetti economici ma anche sociali della nostra vita, che rischia di intaccare i diritti civili del cittadino, che deve sì emanciparsi attraverso il lavoro, ma senza dover pagare il prezzo più, quello della propria vita.