• La montagna di Veneto Lavoro, dopo almeno un anno di lavoro per studiare la riforma dell’ attuale assetto organizzativo, per la figura di Funzionario con attribuzione di Posizione Organizzativa, sembra abbia partorito un topolino piccolo ma notevolmente dispendioso e costosissimo per i contribuenti tanto da apparire piuttosto un pachiderma.

Una congerie di norme, spesso ripetitive, che altro non fanno, in buona sostanza, che aumentare i costi di questo nuovo e dinamico Ente Regionale che, mediante i Suoi 39 Centri per l‘Impiego, si occupa di Politiche attive del lavoro, sostituendo i Vecchi Uffici di Collocamento.
Prevedere con il Nuovo Regolamento ben 62 P.O. su 500 dipendenti appare mostruoso, contro ogni logica di razionalizzazione della spesa pubblica.
Si pensi, a tal proposito, che il Comune di Padova, con più di duemila dipendenti, ha N. 69 P.O., un motivo ci sarà.
Una modifica del Regolamento certo andava fatta, troppo confusa appariva l‘organizzazione dell’Ente reggere alle costanti innovazioni tecnologiche e normative in materia di lavoro, ma in un senso di maggior razionalità e semplificazione della struttura, invece si è fatto esattamente il contrario.

Ma andiamo per gradi ad analizzare i punti principali della Riforma.

1Coordinatore d’Ambito
A cosa serve esattamente la figura del Coordinatore d’ambito?
Nei due anni di sperimentazione si è non solo dimostrata inconsistente ma addirittura sovrapposta e spesso un doppione della figura Dirigenziale di Riferimento. Ora, non avendogli cambiato le funzioni, rifare lo stesso errore sembra davvero incomprensibile.
I compiti che sulla carta dovrebbe svolgere il Coordinatore infatti sembrano molto sovrapponibili a quella del Dirigente, con la aggravante che il suo ruolo, quello di Coordinatore, alleggerisce inspiegabilmente i compiti dei Dirigenti, peraltro pagati profumatamente, allontanandoli dalle loro responsabilità così come previsto dalla Legge in ordine ai compiti di Direzione e Responsabilità Organizzativa della gestione dell’ Ente, anche economica e patrimoniale.
Dunque delle due l’una: o si tengono i Coordinatori o si tengono i Dirigenti.
Pagare due volte per avere lo stesso servizio anzi per aumentare la confusioni di ruoli, responsabilità e competenze, appare una Controriforma.

2 – Secondo aspetto poco convincente di questo nuovo assetto: il numero abnorme delle Posizioni Organizzative:
Assodata come positiva l’ attribuzione ai Capi Centro per l’Impiego della Posizione Organizzativa, la distinzione in “Centri per l’Impiego dei Capoluoghi”, “Centri Medi ” e “Centri Piccoli“ sembra voler dare un contentino a tutti indistintamente coloro che svolgono la funzione di Responsabile di Centro per l’Impiego.
Voler, ad esempio, comunque attribuire la P.O., seppure in fascia D, anche ai “Piccoli Centri “, per un importo a dire il vero modesto, può sembrare un riconoscimento delle responsabilità a loro affidate, ma ciò diminuisce la dignità di quel “Centro” e la sua importanza agli occhi degli stakeholders e delle Amministrazioni Pubbliche di riferimento (tanto valeva lasciare la vecchia “indennità di responsabilità con importo praticamente analogo).

Quel che UGL propone invece è una operazione finalizzata al di raggruppamento e funzionalizzazione di tutti Centri per l’Impiego, parametrandoli tutti alla dimensione di circa 100.000 utenti, accorpando alcuni centri piccoli coi più vicini, (come peraltro, con una sorprendente eccezione, si fa con il Nuovo Regolamento accorpando il CPI di Conselve a quello di Monselice).
Perché non anche Este allora? Che così potrebbe rappresentare una intera Area di riferimento come la “bassa padovana”.
Così come, per analogia, Cittadella e Camposampiero insieme potrebbero rappresentare “l’alta padovana”.
Facile dedurre che ciò che vale per il Padovano poi, coerentemente col nostro disegno razionalizzatore, si può fare per il “ Veneziano”, Rodigino etc…

La nostra proposta dunque, su questo punto è che, a parte i Centri Capoluogo, vanno nuovamente dimensionati, gli altri “Centri” sulla base di 100.000 utenti afferenti dando vita a delle ”Posizioni Organizzative di Area”.
Si otterrebbe così non più di N. 20 P.O. di “Area“ e una decina di P.O. (fra “Regionali” e A.P.) giungendo ad un numero dimezzato rispetto a quanto previsto dal “Nuovo Regolamento” , N. totale 30 anziché 62.

3– In ultimo le A.P. (Alte Professionalità) :
A parte l’inspiegabile enorme numero, si evidenzia la esatta configurazione “mansionaria” delle P.O., non rispettando in alcun modo la declaratoria del Contratto Nazione EE. LL. che ne consente un uso limitatissimo ed a fronte di alte, specifiche, rare e di eccellente professionalità.
Sembra invece che le A.P. previste coincidano stranamente con l’attuale assetto organizzativo.
Infine, persa per sempre, sembra l’ occasione di prevedere accanto al Direttore Generale, che diverrebbe dipendente di Veneto Lavoro, la figura di Presidente, un Manager, (una sorta di A.D. nelle società per Azioni), che diverrebbe immediatamente e costantemente punto di riferimento per la Giunta Regionale (Assessore) ed il Suo Presidente, dato che V.L. è un Ente Strumentale della Regione, che oltretutto potrebbe svolgere funzioni di Super Visore rispetto alle funzioni del Direttore stesso, a cui peraltro compiti gravosi di organizzazione e propulsione dell’Ente non mancano di certo, mentre il Presidente si caratterizzerebbe maggiormente come Manager.
Dunque, al di là del consenso espresso, così come indicato nel Decreto Direttoriale, da parte della Triplice Sindacale, appare urgente un confronto, anche con altre parti sociali ed una ulteriore riflessione sulle scelte che si intendono compiere, magari rinviando tutto al 2022, quando anche i Coordinatori d’Ambito decadranno dai loro incarichi, e forse si potrebbe fare a meno di altre 7 figure doppione, riducendo dunque ancor di più il numero complessivo delle P.O. anche a questo punto diverrebbero 23 nel totale, un numero ragionevole e consono ad un Ente ancora in via di trasformazione ed evoluzione.

Agosto 2021
Sebastiano Arcoraci
Segretario UGL Padova – Federazione delle Autonomie Locali