Tra hotel, bar e ristoranti, nella zona termale e dei Colli Euganei mancano quasi 2. 500 lavoratori.
L’emergenza, causata dalle chiusure forzate dal Covid-19, si fa sempre più pesante per gli imprenditori del settore.

Nel centinaio di hotel delle terme mancano circa 1. 500 dipendenti, mentre nei 350 locali del territorio termale e collinare stanno  scarseggiando tra i 700 e i 1. 000 lavoratori. Questa la stima.

Mancano molte eccellenze tra i dipendenti, che hanno cambiato lavoro o sono andate all’estero. C’è chi, come qualche ristorante e pizzeria, è  costretto a rimanere chiuso in certe serate per la mancanza di personale.

VIA DA HOTEL E RISTORANTI
«È una situazione pesante che si protrae da aprile», esordisce il segretario dell’Appe, Filippo Segato. «Gli spettri delle chiusure forzate  all’emergenza sanitaria hanno portato tanti dipendenti a cambiare lavoro e scegliere di lavorare in supermercati e altre aziende, dato che il nostro è uno di quei settori che viene immediatamente colpito da eventuali lockdown. C’è chi si è fatto due conti, dato che passava da uno  stipendio medio di 1. 200-1. 500 euro a 600-700 euro con la cassa integrazione determinata dalle chiusure per Covid. Meglio quindi  cambiare lavoro ed avere uno stipendio sicuro, accontentandosi a volte di percepire anche 300 euro in meno rispetto al vecchio stipendio, ma  non rischiando la cassa integrazione o di perdere il posto di lavoro. Stanno poi mancando molto gli stagionali nel periodo estivo, con i  giovani che non si propongono più». La situazione si è fatta decisamente complessa. Per citare un esempio il 18 agosto la pizzeria Da Ludo di  Abano è rimasta chiusa per mancanza di personale. «Ci sono altri locali che si sono ritrovati in questa situazione », dice Segato. «E alcune aziende di catering per questi motivi hanno perso delle commesse. In più è necessario concedere turni di riposo e ferie. Questa situazione si  protrarrà almeno per altri 2-3 anni».

CUOCHI E CAMERIERI CERCANSI
Si cercano cuochi e camerieri nei ristoranti, come negli hotel, dove scarseggiano dipendenti in tutti i settori. «Da noi mancano almeno 1. 500  dipendenti », spiega il presidente dell’Ente Bilaterale, Marco Gottardo. «Ristoratori e albergatori stanno pubblicando sui social offerte di  lavoro. E si stanno creando gruppi in cui si incrociano domanda e offerta. Uno strumento, quello dei social, certamente immediato».
Ma non basta, tanto che Gottardo guarda a uno spazio fisico in città. «Attualmente c’è un ufficio in piazza Biagio Marin dell’Ente Bilaterale,  che si potrebbe potenziare», osserva.
«Si può poi ragionare con Veneto Lavoro e le amministrazioni locali la possibilità di aprire uno sportello aggiuntivo alle terme, per evitare di  far andare i residenti a Monselice e Padova, (sportelli del lavoro più vicini) snellendo le procedure e facilitando l’accesso e la risoluzione dei  problemi».

«È da mettere in agenda», dice il consigliere comunale, Maurizio Tentori, «la possibilità di implementare lo Sportello del lavoro Informagiovani, ora al Crc di Abano».

«La volontà di molte professionalità di cambiare comparto lavorativo, dopo anni nelle strutture turistiche, non è dovuta alla pandemia»  dicono dal sindacato autonomo Saltae Ugl. «Anzi. Parte da molto lontano. Le varie modifiche contrattuali e normative mutate negli ultimi 15-20 anni, hanno fatto sì che la massima precarizzazione e gli eccessi di flessibilità in questo comparto rendessero meno accettabile le  condizioni di lavoro da parte di questi lavoratori».

Fonte: Mattino di Padova del 25/08/2021 di Federico Franchin