Con il motto “Il lavoro cambia anche noi!”, in occasione della Festa del Lavoro parte il tour nazionale dell’Ugl, dal 9 aprile al Primo Maggio: 30 tappe da Nord a Sud Italia. È con questa filosofia che il sindacato ha deciso di rivendicare la centralità del lavoro andando a incontrare, a bordo di un autobus, i lavoratori nelle piazze, nelle fabbriche e nelle realtà produttive di tutto il Paese. L’obiettivo del sindacato è quello di raggiungere nei singoli territori i propri iscritti, i dirigenti, tutti i lavoratori che, in questa fase così delicata della pandemia da Covid-19, non possono recarsi fisicamente a Roma per festeggiare il Primo Maggio insieme. Il primo appuntamento in agenda è fissato per domani con un doppio incontro: a Roma, alle ore 10, e poi a Napoli, alle ore 16.
Il viaggio, lungo le province italiane, proseguirà a: Messina, Reggio Calabria, Matera, Brindisi, Bari, Campobasso, San Salvo, Pescara, L’Aquila, Frosinone, Fiumicino, Cagliari, Rieti, Terni, Firenze, Arezzo, Civitanova Marche, Ancona, Bologna, Venezia, Trieste, Monfalcone, Verona, Trento, Riva del Garda, Genova, Aosta, Torino e Milano. Il tour dell’Ugl si concluderà sabato Primo Maggio a Milano, in occasione della Festa del Lavoro. “Con questo tour dell’Ugl stiamo andando fisicamente dai lavoratori nelle province italiane più lontane e nelle diverse realtà produttive del Paese. Così abbiamo deciso di trascorrere un Primo Maggio ‘differente’, all’insegna dell’incontro nelle piazze con i lavoratori, con l’obiettivo di dar voce alle loro preoccupazioni, raccogliendo le istanze e le esigenze provenienti dalle varie Regioni italiane”, dichiara Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl.
“Queste tappe itineranti vogliono essere un’occasione unica di ascolto e di confronto per rimarcare, ancora una volta, l’importanza di rilanciare l’occupazione partendo dalle necessità dei singoli territori, ponendo l’attenzione su temi centrali per l’Ugl come la sicurezza nei luoghi di lavoro e la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, come stabilito dall’articolo 46 della Costituzione”, conclude Capone.