L’Ufficio Welfare Ugl, con l’Osservatorio nazionale antimolestie, ha promosso un questionario sulle problematiche delle donne lavoratrici nel periodo di lockdown. Il risultato oggi evidenzia scarsa presenza di giovani donne: il 6% del campione è under 30, più del 50% è over 50.
Penalizzazione
«Tolte alcune esperienze positive di smart working, – dichiara Fabio Beltempo, UGL Padova – risulta un’immagine di lavoro femminile spesso disorganizzato, con assenza di condivisione e di supporto; in molte situazioni, a livello personale, latita di riconoscimento del lavoro svolto mentre persistono precarietà e bassa retribuzione. L’altissimo prezzo pagato dalle donne, durante la pandemia, è un grave allarme sociale essendo esse circa il 90% degli occupati in meno. Una maggiore e migliore sussidiarietà, oltre una equilibrata strutturazione del lavoro e della distribuzione dei carichi familiari nonché del lavoro saltuario, ridurrebbe – conclude Beltempo – la penalizzazione delle donne nella carriera».
Questionario
L’80% delle intervistate ha usufruito del questionario presso i presidi sindacali nei luoghi di lavoro e quasi il 50% è stato obbligato a cambiare orario di lavoro con bassa adozione di misure di aiuto alle lavoratrici madri in rientro dalla maternità attraverso formazione e riqualificazione delle competenze. La parità tra uomini e donne è lontana e il 35,1% risponde di non sapere che esistono organismi di parità nello smart working.