Il nostro Paese sta vivendo una crisi senza precedenti, basti pensare che prima del Covid il Pil dal 2007, anno dell’ultima crisi, al 2019 è sceso del 4%, punti che incidono tantissimo sull’ economia di una nazione. Analizzando alcuni dati emerge che nel 2020 ben 530 mila persone hanno perso il proprio posto di lavoro. Bonus e ammortizzatori sociali sono stati emessi a favore di 15 milioni di cittadini e famiglie per una spesa stimata di quasi 30 miliardi un importo quasi pari ai fondi del MES. Solo in riferimento alla Cig, in periodo covid, si stima sia stata erogata per oltre 5 milioni di lavoratori e che la perdita di valore salariale ammonti a circa il 22% annuo.
In riferimento al Veneto sono ben 300 mila i lavoratori che hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali, mentre le assunzioni nel 2020 sono crollate del 75% rispetto all’ anno precedente, i settori maggiormente penalizzati sono Turismo, Manifattura, Commercio e Logistica. In controtendenza si registra invece una certa crescita nei settori Agricoltura, Costruzioni e Sanità. E’ dunque del tutto evidente che, in attesa di un efficace piano vaccinale, bisogna urgentemente approntare un progetto di rilancio dell’economia. Bisogna riformare gli ammortizzatori sociali valorizzando l’aspetto delle politiche attive accompagnando il sostegno al reddito e, attraverso un grande programma formativo, aggiornare e riqualificare i lavoratori per favorire l’occupabilità e il ricambio generazionale. Si potrebbe pensare anche a borse di lavoro per i giovani che non hanno mai avuto una esperienza lavorativa erogando parte di esse a favore delle aziende e con diretta indennità fino a 800 euro mensili per 12 mesi ai giovani, con opzione di esonero contributivo fino a 3 anni a favore delle aziende che li assumeranno con contratti a tempo determinato. Sostenere l’apertura di botteghe artigianali anche con i fondi degli enti bilaterali per aiutare alla conservazione dei vecchi mestieri avvicinando giovani e donne alla produzione manifatturiera, fiore all’ occhiello della grande tradizione di qualità del prodotto veneto nel mondo. Serve un grande piano che punti agli investimenti sbloccando i cantieri e le infrastrutture, tagliando le enormi spese e sprechi della burocrazia a favore della digitalizzazione di tutti i soggetti pubblici e della semplificazione legislativa. In questa prospettiva appare prioritario intervenire attraverso una seria riforma della Pubblica Amministrazione, della giustizia civile e del fisco per attrarre gli investimenti delle imprese, comprese quelle estere. Occorre una nuova politica industriale che promuova lo sviluppo delle energie verdi e rinnovabili in modo da portare il nostro paese a diversificare l’approvvigionamento energetico e a ridurre la dipendenza dai mercati esteri. A completare un quadro di rilancio dell’intera economia nazionale, in particolar modo veneta, è importante potenziare anche il primato in campo turistico e culturale puntando sulla promozione delle bellezze paesaggistiche e ad un turismo termale alla prova della resilienza urbana e della pandemia.
Per tutto questo ora è il tempo, ora è il momento in cui chiediamo a una classe politica attenta e alle parti datoriali di superare logiche attendiste e propagandistiche per guidare il cambiamento ed il rilancio del Veneto insieme ai cittadini, ai lavoratori e ai loro rappresentanti.
Sebastiano Arcoraci – Vice Segretario Ugl Padova