“Il decreto ministeriale sul Patrimonio Destinato, pur corretto e condivisibile sotto il profilo della motivazione, essendo in linea con i contenuti dell’articolo 27 del Decreto Rilancio, replica le medesime carenze già evidenziate dall’Ugl sul Rilancio stesso. Atteso per aprile, fu pubblicato in GU con un ritardo di un mese”.
Questi alcuni dei rilievi sottolineati dal segretario confederale UGL, Fiovo Bitti, in audizione oggi presso le commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera nell’ambito dell’esame del dm Patrimonio destinato, strumento gestito da Cdp per il rafforzamento patrimoniale delle imprese.
Per il sindacalista “gli effetti devastanti della pandemia da Covid-19, già chiari allora, sono oggi ancora più evidenti. La nostra economia, già sul finire del 2019, mostrava gravi segni di deterioramento con circa 150 tavoli di crisi aperti al Mise. L’istituzione di un Patrimonio dedicato presso la Cdp appare una risposta necessaria, a prescindere dalla pandemia da Covid-19”.
Tra i tanti limiti, quello maggiormente evidenziato dall’UGL è “l’evidente assenza di un confronto con la rappresentanza sindacale. Chiediamo di conseguenza un riferimento al coinvolgimento dei dipendenti e alle relazioni industriali, anche attraverso l’introduzione di elementi di partecipazione, in linea con quanto previsto dall’articolo 46 della Costituzione”.
Espressa infine “l’esigenza di un divieto di delocalizzazione in caso di accesso allo strumento di sostegno finanziario”, ha concluso Bitti.