“La curva dei contagi continua a salire in tutta Italia, una situazione allarmante seppure tutti avevano previsto la seconda ondata dei contagi. Purtroppo ancora una volta occorre registrare clamorosi ritardi negli interventi di questo Governo in particolare sulla sanità e di conseguenza sull’ economia della nostra nazione. Ormai ognuno di noi comprende come gli interventi in campo sanitario abbiano devastanti ricadute sull’ economia e sul mondo del lavoro.

Dalla fine del lockdown ad oggi il Governo avrebbe dovuto improntare importanti misure per prevenire conseguenze rovinose per l’ economia. Tutto ciò comporterà, inevitabilmente, un’ ulteriore abbassamento del Pil oltre all’ inesorabile crescita del debito pubblico, già tra i più alti fra i paesi della comunità europea. Non aver proceduto al rafforzamento della medicina di territorio o a nuovi reclutamenti del personale infermieristico e medico ha stressato il nostro sistema sanitario troppo ospedale centrico e poco strutturato sulla medicina di base territoriale. Mesi, quelli appena passati, dove il Governo avrebbe potuto sopperire a tali deficienze in modo da non intasare gli ospedali ed i reparti di pneumologia e terapia intensiva. Perchè non sia troppo tardi è necessario procedere destinando adeguate risorse alla prevenzione, alla medicina di prossimità e alle cure a domicilio per arrestare il corso della veloce propagazione del virus. A tali misure se ne devono aggiungere altre nel campo specifico dell’ economia, senza commettere gli stessi errori dei mesi precedenti in cui si dava poco a tutti e in tempi lunghissimi. Per evitare di perdere entro l’ anno più di un milione di posti di lavoro (di cui circa 60 mila nel Veneto) bisogna optare per interventi mirati, sostegni economici forti ed in tempi veloci, creare nuove occasioni di lavoro attraverso il contributo a nuove start up nel campo digitale, nella comunicazione, nella logistica, nel para medico e sanitario.

Le condizioni ci sono, le imprese italiane e venete sono pronte, basta rifinanziare azienda punto zero destinando parte del recovery fund e chiedendo le risorse del Mes abbandonando visioni ideologiche superate dalla triste realtà odierna. Infine il Governo ove continuasse a penalizzare alcuni settori nevralgici dell’ economia come il commercio ed il turismo dovrà di pari passo garantire a questi settori (e solo a questi settori) risorse adeguate, sopperendo alle perdite conseguenti alla chiusura sulla base del fatturato prodotto l’ anno precedente. Certo non sarà salvifico il piano suggerito ma certamente consentirà di porre in essere interventi efficaci per cercare di rialzarsi prontamente dalla situazione attuale e di prospettiva.”

Sebastiano Arcoraci – Segretario UGL Padova Funzioni Locali e Sanità