Le misure approvate oggi dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus “potevano tranquillamente essere messe in campo quando l’Ugl l’ha proposto il 26 febbraio”. Lo afferma, in una nota, Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl. “Un intervento pianificato in tempo utile avrebbe rassicurato le imprese, che a loro volta avrebbero potuto programmare prima cio’ che si poteva fermare e cio’ che bisognava continuare a produrre; avrebbe fatto capire a lavoratori e famiglie che c’era una guida che aveva il controllo della situazione e che nessuno sarebbe stato lasciato solo. Inoltre avrebbe dato ai mercati il segnale che l’Italia aveva gli strumenti per fronteggiare la situazione – spiega -. Siamo quindi in presenza di un colpevole ritardo che abbiamo pagato e stiamo pagando assai caro in termini di credibilita’ e autorevolezza. Servono molte piu’ risorse rispetto a quelle appena stanziate dal Governo. Mi riferisco a quanto la Germania ha previsto per sostenere le imprese e i cittadini. Servono delle garanzie piu’ forti, almeno 500 miliardi, e una revisione normativa che agevoli il ricorso al credito”.