“Sarebbe un grave errore se il Governo volesse riscrivere le regole del gioco su salario minimo e rappresentatività sindacale con interventi legislativi. Nel primo caso tale misura finirebbe per sovrapporsi al vasto patrimonio contrattuale, negoziato da sindacati e rappresentanze datoriali, che regola in tutte le categorie le dinamiche salariali. Nel caso della rappresentanza e rappresentatività, disciplinare la materia con un intervento legislativo costituirebbe l’ennesimo tentativo di svilire il ruolo dei corpi intermedi per ridurli a meri notai di un centralismo statale di cui nessuno ha bisogno, né se ne sente nostalgia. Il Governo si occupi delle priorità del nostro Paese, come l’assenza di politiche industriali, la perdita del potere d’acquisto di salari e pensioni e le oltre 150 crisi: dall’Ilva all’Alitalia, da Whirlpool a Air Italy”. Così Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito alla riforma del salario minimo.