“Abbiamo iniziato a tracciare i titoli dei diversi capitoli di un libro ancora tutto da scrivere”. Lo ha affermato il segretario confederale UGL, Fiovo Bitti, nel corso del tavolo tecnico sulla riforma previdenziale. Per il sindacalista “la riforma delle pensioni, dopo la fine della sperimentazione di Quota100, è necessaria, soprattutto per permettere il ricambio generazionale, prima condizione per assicurare ai giovani una pensione dignitosa, peraltro fra non meno di quarant’anni. Da troppo tempo si guarda alla sostenibilità economica e finanziaria, mentre si dovrebbe pensare alla sostenibilità sociale presente e futura. Ed allora, nell’immediato serve una operazione di riduzione della pressione fiscale sulle pensioni; il rilancio della previdenza complementare, fortemente penalizzata anche sotto il profilo fiscale, praticamente assente nel pubblico impiego; il riconoscimento dei periodi di maternità, di cura familiare, di disoccupazione involontaria e di formazione iniziale e nel corso degli anni; la valorizzazione di tutti i contributi versati nelle varie Gestioni previdenziali”. “Se non si interviene, – sottolinea Bitti – rischia di allargarsi ancora di più il gap già oggi esistente fra le pensioni calcolate con il sistema misto (le quali garantiscono un importo medio di 1.345 euro) e quelle interamente nel contributivo (con l’importo medio che si ferma a 669 euro). Quest’ultimo dato deve far pensare, in quanto si tratta di persone che hanno lavorato per almeno venti anni, ma che si ritrovano a navigare al di sotto della soglia della povertà, cosa che è destinata a presentarsi in maniera ancora più devastante nei prossimi anni, vista la progressiva sostituzione dei contratti stabili con quelli più precari che si è realizzata dal pacchetto Treu al Jobs Act”.