“L’Unione Generale del Lavoro reputa utile la proposta di legge 1266, in quanto permette di richiamare l’attenzione del legislatore sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, a fronte della crescita degli infortuni nel 2018 (+0,9%), tendenza confermata anche nei primi tre mesi dell’anno (+1,9%), con gli infortuni mortali passati dai 1.029 del 2017 ai 1.133 del 2018, mentre da gennaio a marzo si è già a 212”.
Questo in sintesi l’intervento del dirigente confederale Ugl, Fiovo Bitti, in occasione dell’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil – e appunto Ugl – nell’ambito dell’esame della proposta di legge recante modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e altre disposizioni concernenti la vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro.
“Numeri di una tragedia – ha sottolineato Bitti – che si consuma quotidianamente e che richiamano le Istituzioni, le imprese e lo stesso mondo della rappresentanza sociale ed economica ad una attenta riflessione e alla presa di coscienza della proprie singole responsabilità, come fatto dalla Ugl che ha presentato una installazione con 1.029 sagome a Roma, Milano, Napoli e Firenze, diventate 1.133 sagome, il 1° maggio scorso, a Palermo. Parallelamente, l’Ugl ha avviato una campagna di sensibilizzazione verso i giovani, con un sondaggio effettuato in quaranta piazze italiane, che ora prosegue in formato digitale”.
“In linea generale, appare utile una ricognizione sul Testo unico del 2008, così da evidenziare i punti di criticità, dalla mancata adozione di una serie di decreti attuativi, anche in settori particolarmente a rischio, come la pesca, alla controversa definizione di luogo di lavoro nel trasporto pubblico, passando per il ruolo e la piena operatività dell’Ispettorato nazionale del lavoro e il livello di cooperazione con l’Inail e i diversi soggetti, la formazione nelle scuole e il passaggio da una cultura della sicurezza meramente formale ad una più efficace e sostanziale”.
“La proposta di legge, nello specifico, – ha detto in conclusione Bitti – richiama fra l’altro due questioni, la revisione delle tariffe Inail e la carenza di personale ispettivo, sulle quali il governo è già intervenuto in Legge di bilancio e nel Decretone, ma su cui si può immaginare uno sforzo ulteriore, fermo restando il principio per cui qualsiasi riduzione delle tariffe praticate, così come qualsiasi adozione di strumenti di semplificazione, non può mai tradursi in un allentamento delle tutele in capo al lavoratore dipendente e alle figure equiparabili”.